Il sonno REM è diviso in due fasi dalla corteccia retrospleniale

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 26 novembre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La fase del sonno definita REM (rapid eye movement), studiata a lungo per i sogni lucidi che la caratterizzano, presenta due correlati molto caratteristici: la mancanza di possibilità di movimento dei muscoli scheletrici, temporaneamente inattivati per motivi neurologici come in una sorta di paralisi reversibile, e l’attivazione funzionale della corteccia cerebrale. Due elementi fisiologici contrastanti che rimandano alle dinamiche globali della corteccia cerebrale e alla loro regolazione del sonno REM, fino ad oggi mai bene definita.

Yufan Dong e colleghi hanno individuato nella corteccia retro-spleniale (RSC) il sito principale di una dinamica corticale globale associata al sonno REM nel topo e, indagando mediante microscopia bi-fotonica le popolazioni neuroniche della corteccia cerebrale implicate nella genesi di questa attività fortemente caratterizzata da una configurazione schematica, sono riusciti a distinguere due sub-stadi nello stadio REM.

Questa acquisizione potrà costituire una svolta nello studio delle basi cerebrali del sonno REM e del loro significato neurobiologico.

(Dong Y. et al., Cortical regulation of two stage rapid eye movement sleep. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-022-01195-2, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Institute of Neuroscience, Center for Excellence in Brain Science and Intelligence Technology, Chinese Academy of Sciences, Shanghai (Cina); University of Chinese Academy of Sciences, Beijing (Cina); Shanghai Center for Brain Science and Brain-Inspired Intelligence Technology, Shanghai (Cina).

Ricordiamo qualche nozione introduttiva sulle fasi EEG del sonno (v. Note e Notizie 27-03-21 Fusi del sonno e consolidamento di memorie deboli).

Da più di mezzo secolo lo studio del sonno è prevalentemente basato sul rilievo elettroencefalografico (EEGrafico) dell’attività corticale dall’esterno del cranio di volontari addormentati.

Come è noto, il sonno è suddiviso in 5 stadi corrispondenti a differenti e caratteristiche fasi elettroencefalografiche. Gli stadi 1-4 corrispondono al sonno non-REM o NREM, e lo stadio 5 è quello caratterizzato dai rapidi movimenti dei globi oculari, ossia REM (rapid eye movement), un tempo ritenuta l’unica fase durante la quale si sviluppano sogni. Lo stadio 1 è considerato una fase di passaggio dalla veglia al sonno, in cui la prima ha perso la completa vigilanza, ma il secondo ancora non si è ancora istaurato; l’EEG fa registrare un decremento dell’attività di alta frequenza tipica del cervello dei soggetti svegli.

Lo stadio 2 è il primo vero stadio del sonno, contraddistinto all’EEG dai fusi del sonno, ossia onde di 7-15 Hz di frequenza per una durata di 1-2 secondi, e dai complessi K. Le onde dei fusi e i complessi K riflettono oscillazioni lente e sincronizzate di attività neuronica e sinaptica all’interno del talamo e della corteccia cerebrale. Questo stadio è il risultato della generale iperpolarizzazione dei neuroni e delle reti neuroniche che seguono la graduale inattivazione dei meccanismi cerebrali di risveglio. Durante lo stadio 2 del sonno il tono muscolare decresce e gli occhi lentamente ruotano dietro e avanti. La respirazione diventa più lenta e regolare e la temperatura del corpo comincia a calare.

Lo stadio 3 è annunciato nell’EEG dalla comparsa di una significativa quota di oscillazioni nella frequenza delle onde delta (0,5-4 Hz). Queste onde segnalano un’ulteriore riduzione nei processi cerebrali legati al risveglio e un’accresciuta sincronizzazione dell’attività corticale e talamica. Un predominio di onde delta (> 50% del tempo nell’EEG) indica che la persona è nello stadio 4 del sonno, il più profondo di tutti. Durante gli stadi 3 e 4 la respirazione continua ad essere lenta e regolare, la frequenza cardiaca rallenta, i muscoli si rilassano e la temperatura continua lentamente e lievemente a decrescere.

Il passaggio dalla veglia allo stadio 4 del sonno all’inizio della notte si verifica in tempi brevi, generalmente entro i 30 minuti. Dopo circa altri 30 minuti, trascorsi tutti nella fase 4, il dormiente risale rapidamente tutti gli stadi, ma a questo punto non giunge al risveglio ma entra nel tipico stadio REM, una fase studiata per decenni per i suoi sogni vividi, fantastici e talvolta profondamente suggestivi. Questa fase, scoperta nel 1953 da Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman, che registrarono per primi EOG e EEG contemporaneamente in adulti addormentati, è così fortemente caratterizzante che il sonno è generalmente distinto in REM e non-REM (NREM). Le persone risvegliate durante la fase REM riportano di essere immerse in un’esperienza onirica vivida – e talvolta lucida[1] – nell’80-95% dei casi. È interessante notare che durante questo stadio si ha una perdita quasi completa del tono muscolare per l’inibizione dei motoneuroni spinali da parte delle vie discendenti, mentre i motoneuroni del tronco encefalico che controllano il movimento degli occhi non sono inibiti, consentendo le rapide escursioni dei globi oculari tipiche dello stadio 5[2].

Lo studio di Yufan Dong e colleghi qui recensito ha rilevato nel topo, durante lo stadio REM del sonno, un’attività neuronica espressa in onde elettriche della corteccia cerebrale altamente configurata in pattern. Tale attività aveva nella corteccia retro-spleniale (RSC) il maggior sito di origine. I ricercatori hanno allora indagato le cellule di questa regione corticale del topo durante il sonno REM mediante imaging in microscopia bi-fotonica. Le immagini funzionali dei neuroni piramidali degli strati 2/3 della corteccia RSC hanno rivelato due distinti pattern di attività delle popolazioni di cellule piramidali implicate nell’avvio dell’attività corticale globale.

L’interpretazione è facile ed evidente: i due differenti pattern di attività neuronica codificano due sotto-stadi sequenziali e differenti del sonno REM. Nelle osservazioni sperimentali di Yufan Dong e colleghi, i due sotto-stadi erano caratterizzati dal contrasto di un movimento faciale e un’attività del sistema nervoso autonomo o viscerale, e potevano essere distinti all’elettroencefalogramma (EEG) da oscillazioni theta.

I ricercatori hanno allora proceduto alla disattivazione selettiva della RSC nell’ambito di tutta la corteccia cerebrale durante il sonno REM, per verificarne l’effetto sulla fisiologia generale dello stadio.

L’inattivazione optogenetica closed-loop della regione RSC durante il sonno REM dei topi alterava le dinamiche corticali: si perdevano le configurazioni elettriche rilevate in condizioni fisiologiche e si riduceva temporalmente la durata della fase REM del sonno attraverso l’inibizione della transizione tra sotto-stadi.

I risultati di questo studio indicano un importante ruolo della RSC nel definire le dinamiche corticali e nel regolare la progressione qualitativa del sonno REM attraverso due regimi funzionali diversi.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-26 novembre 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Si vedano gli scritti sui sogni lucidi di Stephen LaBerge (fondatore del “Lucidity Institute”) e le nostre discussioni al riguardo. LaBerge e i suoi collaboratori hanno sviluppato e insegnato tecniche per rimanere lucidi durante i sogni.

[2] Note e Notizie 27-03-21 Fusi del sonno e consolidamento di memorie deboli.